Non solo armocromia – Intervista a Elsa Pagano consulente d’immagine

Non solo armocromia – Intervista a Elsa Pagano consulente d’immagine

Che cosa fa un consulente d’immagine? Ce lo racconta Elsa Pagano, consulente d’immagine genovese, che ci svela anche alcuni trucchi per evitare il dilemma del “Non so come vestirmi…”

Non so cosa mettermi… non mi sta bene niente! Se almeno una volta nella vita vi siete dettə una frase del genere le considerazioni da fare sono due: 

  1. siete esseri umani e, come tutti gli esseri umani, a volte siete insoddisfattə della vostra immagine;
  2. questo articolo fa al caso vostro, perché un consulente d’immagine è la persona che vi potrà aiutare a rendere meno spinoso il dilemma del “Come mi vesto?!”.

Abbiamo intervistato Elsa Pagano, consulente d’immagine genovese, che ci ha raccontato di cosa si occupa, quali servizi offre il suo studio, come nasce la sua professione (che nella nostra città è ancora poco nota) e, soprattutto, ci ha fatto capire che non esiste bacchetta magica per sentirsi selfconfident, ma una buona dose di consapevolezza aiuta!

La recente moda dell’armocromia ha fatto intravedere a molti l’esistenza di una figura professionale che si occupa di abiti (e non solo!) senza proporre soluzioni standardizzate ed esclusive, ma guardando alle specificità di ciascuna persona, per vivere il più serenamente possibile il rapporto con la propria immagine. Intuizioni a parte, la figura del consulente d’immagine rimane avvolta un po’ dal mistero, quindi direi di partire dall’inizio:

Di cosa si occupa precisamente una consulente d’immagine?

Direi che con la tua premessa hai già dato una buona definizione di consulente d’immagine. E dici bene, la figura del consulente d’immagine sino a poco tempo fa non era per nulla chiara nella mente delle persone e il più delle volte la si pensava come una figura professionale a esclusivo appannaggio di personaggi pubblici, politici o dello spettacolo. Qualcosa di molto holliwoodiano e molto poco inerente alla vita delle persone comuni: ed è proprio qui l’errore. La consulente d’immagine ha lo scopo di valorizzare l’immagine della persona, sia in contesto privato sia in contesto professionale, partendo dalla personalità e dai punti di forza di quella persona e dal messaggio che essa desidera veicolare attraverso la consapevole scelta di abiti, accessori, gesti.

Quindi si parte dalla persona, che è al centro del lavoro che il consulente d’immagine svolge: non dobbiamo pensare a una figura che ci bacchetta per farci seguire delle regole universali, bensì ad un professionista che con le sue competenze professionali (che prescindono dalle proprie opinioni) ci guida verso la massima consapevolezza ed espressione dei nostri punti di forza, delle nostre aspirazioni di stile.

In moltə, da bambinə, abbiamo sognato l’affascinante mondo della moda e – suggestionatə da film, programmi televisivi, guardaroba da sogno e vetrine luccicanti – ci siamo immaginatə stilistə, modellə, sartə, fashion designer, stylist….

Tu come ti sei avvicinata al mondo della moda? E perché hai scelto proprio questa professione?

Anche io da bambina ho subito il fascino del mondo della moda, credo che tra Barbie e Giralamoda fosse anche difficile il contrario. Però quando penso alla mia professione la colloco mentalmente tra mondo della moda e della comunicazione, ma anche della psicologia e del benessere: infatti il consulente d’immagine utilizza la moda come strumento, cercando sempre il pezzo che parli della persona a prescindere dalle tendenze.

La scelta di svolgere questa professione è generata da un’epifania: ero al terzo anno di Economia e durante una lezione di marketing la professoressa Buratti (che ringrazio moltissimo!) parlò di questa figura professionale: disse poche parole a riguardo che mi bastarono a pensare “ecco cosa voglio fare da grande!”. E infatti ho preso la mia laurea, ma non mi sono sentita subito abbastanza grande per una professione del genere: a Genova sconosciuta, in Italia molto rara e io che non vedevo l’ora di rendermi autonoma e indipendente.

Quindi ho accettato di lì a poco un lavoro da impiegata in uno studio legale, dove in uno dei tre colloqui mi chiesero “se tu potessi fare il lavoro dei tuoi sogni cosa faresti?” e non me la son sentita di rispondere “la segretaria del vostro studio”, ho detto la verità, ma mi hanno presa lo stesso fortunatamente!

E infatti fare un lavoro che non c’entra nulla con le proprie aspirazioni permette di guardare al tuo sogno in maniera molto concreta; se decidi di lavorare 40 ore settimanali a Genova e passare i weekend a Milano a studiare per diventare consulente d’immagine significa che ci credi davvero.

Continua a leggere su Wall:out Magazine

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *